bene, ecco una mia tipica giornata a new york: quella di oggi. mi sveglio nella mia modesta minuscola stanza in un appartamento al quinto piano senza ascensore condiviso con due asociali ragazze americane nel Queens. mi sveglio e fuori i tetti sono imbiancati. normalmente dalla mia finestra si vede manhattan, midtown. non oggi, tutto bianco anche tra me e i signori grattacieli. l’orizzonte mi si restringe e anche la voglia di alzarmi dal letto. vinta la puntuale sensazione mattutina di non avere neanche il venti per cento dell’energia necessaria alla giornata, mi alzo faccio un caffè prendo dalla dispensa gli abbracci che ho comprato da eataly la settimana scorsa a un prezzo indecente in un momento di disperazione. dopo colazione studio, per forza, non c’è tempo neanche per finire il caffè che tengo in mano mentre avvio il computer. non mi accorgo ma è già ora di pranzo, in frigo sedano carote, un po’ di asparagi, mozzarella presente da troppo tempo, pomodorini, uova, capperi discretamente depositati lì da qualche mese. la pasta agli asparagi si presenta come una scelta obbligata. dopo pranzo riesco appena a sentire qualcuno in videochiamata poi bisogna fuggire su una metro. appena scesa sul binario alla fermata sotto casa vedo per miracolo passare la R come in un perfetto accordo di intenti tra me e l’armonia cosmica. salgo e riesco a sedermi, dopo qualche fermata abbiamo già lasciato il Queens e siamo approdati a Manhattan. scendo a Times Square.

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