Non succede niente

inizio giugno

Confusione delle confusioni delle curiosità cercare di tirare fuori incipit dal cilindro come cercare di tirare fuori tempo dalle vite che non abbiamo. Non può essere programmato, non lo è mai. Deve accadere e accade come un avvenimento. Non riesco più a stare nelle forme ad aderire a qualche pellicola ma non come sintomo di ribellione forse sì di insofferenza ma anche sincera incapacità anche non voglia anche che nel mondo Aristotele e la forma non esiste più o forse si cerca disperatamente in continuazione il proprio contenitore. Eppure vorrei raccontarle delle storie di persone che iniziano e finiscono che hanno un centro. Racconto dell’altro giorno, incontro di luce:

Sono in macchina con G che ha appena parcheggiato nello spazio fuori da un’abitazione che non conosco in una parte della città che è adesso completamente svanita nella mia memoria. Abbasso lo specchietto che sta sopra il posto del passeggero e mi metto il rossetto. Nel frattempo gli dico qualcosa come “allora chi è questo prof, un umanista?” “è un architetto” “vabbè, un umanista”. Scendiamo e lui apprezza l’insegna arrugginita dello studio di questo prof che recita il suo nome affiancato al profilo di un albero.

Appena entrati, ad accoglierci è M, un uomo dalla barba folta dalla voce tonda e vivace dallo sguardo e dal sorriso tenero. Rassicurante e autorevole, ci invita da quella parte nel suo studio e una volta entrati chiude la porta dietro di sé. La stanza ha un lungo tavolo ovale dello stesso legno semplice delle aule dei seminari in America, delle sedie dello stesso tipo. Ci sediamo tutti, con un certo imbarazzo per quella nuova intimità.   

fine giugno

Vorrei ricostruire tutto bene ma è passato del tempo, forse anche molto. Quest’uomo ci parla di boschi e di sogni nei boschi, di sogni che riguardano la loro vita e la loro sopravvivenza nella nostra quotidianità cittadina. Ci fa vedere delle foto tutte verdi di questi sogni concretizzati in pannelli di legno, vetro, steli, sughero, mani che si muovono per dare forma alla mente.

Restiamo in quella stanza a lungo, G ha quello sguardo eccessivamente sicuro che mostra quando in fondo si sente a disagio. L’uomo continua a sognare con noi, a volerci fare sognare con lui e in quel momento io non chiedo altro. Nella stanza entra poi un altro signore, dall’occhiale nero, deciso, un signore geometrico e ordinato, un po’ spigoloso. Non sorride quasi mai, e ci mette in guardia contro o meglio verso quei rischi che può correre chi sogna senza compasso. Sono ipnotizzata da quello che dice e ogni sua parola è magnetica alla mia attenzione. Non sorride ma il suo sguardo ha qualcosa di tenero anch’esso, misto alla serietà propria solo dei bambini. Ha una voce pacata, disegna bene ogni parola a cui dà forma nell’aria e la mette al posto giusto, una voce dal calore composto, senza picchi ma con la continuità di chi passo dopo passo vuole condurti in un posto bello.

È il fratello di M e ci lascia poco dopo. Continuiamo i nostri sogni un po’ senza briglie, salutandoci con la promessa di imbrigliarli insieme con cura.

qualche tempo dopo

Oggi sono stata alla presentazione di un libro e se adesso sto scrivendo è anche perché l’autore ha detto una cosa così vera che va sempre dimenticata: scrivete non pensate che sia una cosa sofisticata è una cosa semplice e nella semplicità sta la bellezza. più genuini e intimi si è nella scrittura più ritrovi che quello di cui parli tocca qualcun altro, più pensi che quella cosa riguardi solo intimamente te più ti sorprende scoprire che parla allo stesso modo a qualcuno al di fuori e anche molto lontano da te. Essere autentici e il più spontanei possibile. È questo lo scopo della mia scrittura. Essere il più intima possibile perché possa gettarsi il più lontano da me.

L’altro giorno O ha detto una cosa profondamente bella, disarmante nella sua evidenza: non succede niente se insegui i tuoi sogni.

Le due parti di questa frase mi colpiscono: “non succede niente” di male, nessuna catastrofe, nessuna tragedia se nello scegliere in cosa spendere la tua vita scegli quello che ami. In fondo, non succede niente. Succedono le difficoltà materiali, i giudizi e le delusioni degli altri, ma nella profondità, in fondo, non succede proprio nulla.

Se insegui i tuoi sogni. il sogno come ente che fugge, eterna tensione al momento della cattura, come una ninfa che non vuole farsi prendere e a cui fare violenza, come apollo e dafne, come ade e persefone, davvero? non credo sia il sogno a fuggire e noi a inseguirlo. piuttosto il contrario. noi voltiamo le spalle, noi vogliamo scappare perché abbiamo paura di fallire. il sogno poi ci insegue disperatamente e diventa un’ossessione con cui fare i conti. si diventa bravi a convivere con il tormento della sua presenza da qualche parte dentro di noi. si diventa abili ad insabbiarlo fino a non vederlo più, come una cicatrice di cui non ricordi l’origine.

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